Domenica 11 Maggio 2025

Ore 11:00 Teatro di KIA, Marano

I miti dell’amore: le loro storie sono le nostre

I.I.S. “C. Balbo”, Casale M. (AL) | Classi miste del laboratorio teatrale

36 ragazzi (15-18 anni)

Lo spettacolo, frutto del progetto teatrale svolto durante l’anno, vuole contemplare il sentimento universale dell’amore nelle sue varie sfaccettature tramite alcuni miti classici. Medea, Narciso, Il cantico dei cantici, Pigmalione, Mirra, Adone, Elena, Selene: ogni discorso sull’amore è necessario: l’amore ci appartiene e l’eternità dei miti lo dimostra.

Ore 20:30 Teatro di KIA, Marano

Tra le cose serissime

Utopia – Piccola società teatrale, Palermo

12 ragazzi (14-18 anni)

4 ottobre 1582: dodici amici si trovano insieme in una casa, nel giorno in cui entra in vigore la bolla papale “Inter Gravissimas” con la quale Gregorio XIII modifica il calendario giuliano. I ragazzi, presi da un atto di ribellione, decidono di vivere i dieci giorni soppressi dal Papa, immersi in una riflessione sulla relatività del tempo. Questi dieci giorni, come un decameron senza storie, diventeranno dei giorni di attesa godoniana in cui i protagonisti cercheranno di venire a patti con se stessi e con gli altri, in una continua metafora del periodo adolescenziale come ricerca di identità e relazione.

a seguire

Addiction

IntrecciTeatrali, Varese

7 ragazzi (16-20 anni)

Il progetto nasce da una esigenza, quella di riuscire a parlare e mettere in luce il problema dei disturbi dell’alimentazione. Lo spettacolo è stata una ricerca approfondita di tutte le presunte cause (o per lo meno di alcune di esse) che potessero aiutarci ad affrontare l’argomento e rendere chiaro il messaggio della pericolosità della malattia. È stato un viaggio introspettivo molto difficile, dove ognuna delle ragazze e del ragazzo (interessante tassello all’interno dello spettacolo per diffondere la pericolosità anche nei maschi) si è messo in gioco nella ricerca del proprio “dolore”. Sì, perché in questo spettacolo viene raccontato il rapporto con l’amore, le mestruazioni, il fisico, il cibo e i social, serpenti che mordono dentro e non ti lasciano via di scampo; il tutto avvolto in una cornice familiare dove madre (o amico/a) e figlia si trovano a combattere un mostro che distrugge qualsiasi cosa, anche i rapporti familiari e di amicizia. Anime e corpi combattono un malessere che porta alla distruzione della persona. Si può uscire, ci si può salvare? Uno spettacolo di parole e movimenti che racconta tutti gli aspetti di una malattia che sta coinvolgendo ancora molti giovani. In un mondo di immagine, lo spettacolo racconta la riscoperta di sé, il desiderio che l’essere è più importante dell’apparire.